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Corea del Sud: tra storia, tecnologia e K-pop! pt.1

Notizia importante!
Durante la stesura della bozza di questo articolo sulla Corea del Sud, mi sono accorto che sarebbe stato troppo lungo e forse troppo tosto da leggere a causa delle non poche nozioni presenti.
Ho deciso, quindi, di dividere l’articolo in tre parti in modo da rendere la tua lettura più leggera e, spero, piacevole.

Buona lettura!

La Corea del Sud: quando la stravaganza è bella

La Corea del Sud è un Paese che, ai nostri occhi, può risultare piuttosto bizzarro e per questo molto affascinante.
Le persone della mia generazione (io sono del 1996) sanno molto più della Corea del Sud di quanto non sappiano i nostri genitori. Questo perché c’è stato un momento preciso del nuovo millennio in cui tutti i riflettori si sono spostati lì: ti ricordi di PSY e la sua Gangnam Style?

Ora, affibbiare tutto il merito a PSY mi sembra un pochino esagerato. Chiaramente dietro c’è stato tutto un lungo lavoro durato anche diversi anni (non su PSY, ma sulla Corea del Sud come prodotto mediatico e turistico).
Sì, perché la crescita di popolarità della Corea del Sud ha inizio più o meno negli anni ’90 con il fenomeno dell’Hallyu, che possiamo tradurre come “Ondata Coreana”. (te ne parlerò durante questa rubrica)
Tuttavia, ricordo “l’ondata PSY” verso l’Occidente come un punto di rottura; come il momento in cui tutti si sono chiesti cosa avesse di particolare quel Paese per sfornare un personaggio così fuori di testa.

Ma perché ve ne parlo?

L’ondata coreana può contare anche il sottoscritto tra le sue vittime, in particolare dal punto di vista turistico.
Un grande impatto mediatico suscita interesse e curiosità tra le persone. Questo porta inevitabilmente ad una crescita dal punto di vista turistico e negli anni la crescita della Corea del Sud è stata tale da suscitare il mio interesse e la mia ammirazione.
Ecco perché è da più di un anno, ormai, che dedico tempo e fatica, a discapito di buone ore di sonno che potrei farmi, per conoscere nel profondo questo bellissimo Paese.
In questa prima parte vorrei concentrarmi un po’ sulla storia della Corea del Sud e, per farlo, ho intenzione di tornare indietro di qualche anno.

Un po’ di storia

La Corea è uno degli Stati più antichi al mondo.
“Paolo, ma hai detto Corea!”
Sì, perché la divisione nelle due Coree è avvenuta solo in tempi più o meno recenti e te lo spiegherò tra poco.
Ora procediamo per gradi e partiamo dalle origini.

Le origini della Corea

Fino alla divisione del Paese in due unità nazionali distinte e separate, la Corea era un’unica nazione con una storia millenaria.
Le prime testimonianze tangibili risalgono all’8.000 a.C. mentre il primo regno, il regno di Gojoseon, risale al 2.333 a.C., il quale si estese in tutta la penisola coreana fino ad arrivare in Manciuria.
Da lì in poi c’è stato un susseguirsi di regni e di eventi molto interessanti.
Non starò qui a raccontarti tutta la storia nel dettaglio perché stiamo parlando di migliaia di anni da percorrere in un semplice articolo. Tuttavia, cercherò di dare importanza ai momenti salienti.
Ci sono state diverse epoche particolarmente rilevanti nella storia della Corea:
– Il regno di Gojoseon dal 2.333 a.C. al I secolo a.C.;

– Il periodo della “dinastia dei tre regni”, Goguryeo, Baekje (o Paekche) e Silla, dal 57 a.C. al 668 d.C.;

– il periodo del regno di Silla Unificato, il quale è il primo regno con un unico governo centrale presente in Corea. Il regno di Silla Unificato durerà dal 668 al 935;

– La dinastia Goryeo (o Koryo) dal 935 fino al 1392.
Durante il periodo Goryeo, il Paese deve affrontare l’invasione dei mongoli. La penisola coreana fu invasa e la guerra durò circa 30 anni, alla fine dei quali fu istituito un trattato di pace.
Tuttavia, il regno di Goryeo è destinato a crollare nel 1392;

– La dinastia Joseon dal 1392 al 1910.
Durante la dinastia Joseon fu promulgato l’Hangŭl, l’alfabeto coreano. Nel corso degli anni, il Paese si ritrova a dover respingere ripetuti attacchi da parte del Giappone, fino al 1905 quando i giapponesi costrinsero la Corea a firmare un trattato che trasformava il Paese in un protettorato. Nel 1910, la Corea fu costretta a firmare un secondo trattato che annetteva il Paese all’impero giapponese.

Vista serale di Gwanghwamun, la porta principale del palazzo Gyeongnokgunk, in Corea del Sud
Gwanghwamun, la porta principale per del palazzo Gyeongbokgung (dinastia Joseon)


La divisione della Corea

Con la sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, la Corea riottenne la propria indipendenza.
Tuttavia, il Paese fu diviso in due zone di controllo: a nord vi era la zona di controllo sovietica e a sud quella americana. Le due Coree erano divise da una linea di demarcazione al 38° parallelo. (di tutto questo è stato trattato anche nel mio articolo nel quale parlo della Corea del Nord).
Nel 1948 furono istituiti due governi distinti e separati: uno filo-americano a sud e uno comunista a nord.
Da qui in poi le due Coree seguono due percorsi distinti e separati. Quindi, da adesso ci concentreremo solo sulla Corea del Sud.

La Corea del Sud

Se pensiamo alla Corea del Sud, immaginiamo un Paese molto tecnologico e ricco. Ma non è sempre stato così.
Prima di arrivare a questo il Paese ha dovuto affrontare lunghi periodi di povertà, di instabilità politica, rivolte studentesche, corruzione diffusa e tante altre cose.
Dopo la divisione del Paese, la neonata Corea del Sud non versava in un’ottima situazione economica.
A peggiorare le cose fu la Guerra di Corea, scoppiata nel 1950 e terminata nel 1953.

La Guerra di Corea

Nel 1950 la Corea del Nord tentò con la forza di invadere la Corea del Sud e di riunificare il Paese sotto un’unica bandiera, chiaramente quella Nordcoreana. Il tutto avvenne con il consenso da parte di Cina ed Unione Sovietica e questo dava grandi speranze alla Nord Corea di riuscire nel proprio intento.
La Corea del Sud non era ovviamente lasciata da sola, dato che era stretta alleata degli Stati Uniti.
Il conflitto terminò nel 1953 con un armistizio. Attenzione, ho detto “armistizio”!
Sì, perché le due Coree non hanno mai di fatto dichiarato la pace, ma solo un patto di non aggressione e questo rende la linea di demarcazione, nel frattempo divenuta “zona demilitarizzata”, uno dei posti più pericolosi di questo pianeta.

Vista della Zona Demilitarizzata, in Corea del Sud e Corea del Nord
La Zona Demilitarizzata costantemente presidiata dall’esercito nordcoreano da un lato e da quello sudcoreano dall’altro


Una Corea del Sud diversa da come è attualmente

Dopo la guerra, la Corea del Sud versava una situazione tragica sotto tutti i punti di vista.
L’economia era al collasso, il livello di istruzione era scarso, l’industria quasi del tutto assente e la politica era corrotta e dittatoriale.
Il problema principale era dato dall’esercito che più di una volta ha cercato di prendere il potere, riuscendoci quasi sempre, a suon di colpi di Stato.
C’è da dire che dal 1972, proprio sotto una di queste dittature, quella di Park Chung Hee, la Corea del Sud inizia ad intravedere una crescita dal punto di vista economico e industriale.
Il boom economico è strepitoso, ma una dittatura rimane una dittatura e quindi il malcontento generale della popolazione porterà ad una nuova ennesima instabilità politica.
La crisi politica e sociale è talmente grave che il Leader Park Chung Hee verrà assassinato dai servizi segreti sudcoreani nel 1979.


Da lì in poi?

Da lì in poi niente. Morta una dittatura, se ne fa un’altra.
Il malcontento della popolazione è palese. Ci sono continue rivolte, principalmente da parte degli studenti.
Bisogna attendere il 1988, quando Roh Tae-woo salì al potere.
Anche quest’altra ennesima figura politica faceva parte del panorama militare, cosa che ovviamente generò ulteriore malcontento.
Contrariamente alle aspettative, però, Roh Tae-woo avviò delle politiche di democratizzazione del Paese, di liberalizzazione e lotta alla corruzione.
L’ultima cosa citata non è che sia proprio vera, dato che lo stesso Roh Tae-woo è stato accusato di aver ricevuto ed incassato milioni di dollari in tangenti da parte di varie figure politiche, della malavita e da parte di multinazionali sudcoreane (ne parleremo nella seconda parte).
Se non dicessi esplicitamente il nome del Paese in questione ogni due o tre righe, penseresti che io stia parlando dell’Italia e invece bisogna dire che ogni mondo è Paese.

Per la vera e propria “rivoluzione” sudcoreana dobbiamo attendere il 1992, quando venne eletto Kim Young-sam, il quale promosse una campagna di globalizzazione senza precedenti per il Paese.
Anche lui attuò, questa volta sul serio, un’aspra lotta alla corruzione, la quale porto all’arresto di diverse figure politiche (tra cui l’ex presidente) e dirigenti di multinazionali sudcoreane.
Anche il suo successore, Kim Dae-jung, fu un buon leader.
Tra le tante cose, ha portato avanti politiche di riavvicinamento con la Corea del Nord a tal punto da avere un incontro formale con il Leader nordcoreano. Tale epocale incontro gli è valso addirittura un Nobel per la Pace.


Qui ha inizio il mito della Corea del Sud

Proprio durante le due Repubbliche citate poc’anzi, la Corea del Sud inizia ad avere un ruolo mediatico sempre più rilevante non solo in Asia, ma anche in Occidente.
C’è da dire che già da qualche anno prima l’attenzione verso il Paese era salito non certo di poco, dato che aveva ospitato le Olimpiadi nel 1988.
Chiaramente, la storia del Paese va avanti ma io ho deciso di fermarmi qui nel racconto dato che il vero e proprio mito della Corea del Sud ha origine proprio negli anni ’90.

Vista del villaggio di Gamcheon, in Corea del Sud
Il villaggio di Gamcheon è un esempio di come il duro lavoro attuato dalla Corea del Sud per accrescere la propria risonanza mediatica e turistica sia stato preciso, attento e assolutamente originale. (poi te ne parlerò di questo villaggio)

Nel prossimo episodio…

Mi concentrerò sul percorso che ha intrapreso il Paese per arrivare ad essere un paradiso dal punto di vista tecnologico.
Le passate generazioni guardavano il Giappone come noi guardiamo la Corea del Sud. Questo è un dettaglio fondamentale che mi fa capire una cosa: come un “brutto anatroccolo” come lo era la Corea del Sud può diventare, grazie a giusti investimenti e politiche mirate, un bellissimo cigno.

Corri subito a leggere la seconda parte!


Un saluto da Quel Tale In Viaggio.


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